Varie
16, Oct 2011

Route 66

L’ultimo semestre ha mutato, e non di poco, l’umore ed il sentimento di molti di noi. La grave crisi che ha investito le valutazioni del debito pubblico e dei titoli emessi dalle banche italiani, le pesanti manovre adottate dal Governo in più riprese - che avranno, nei prossimi 40 mesi, un impatto complessivo di oltre 155 miliardi di euro - e le prospettive difficili che si presentano alle nostre imprese, esposte più di quelle di altri Paesi agli andamenti del commercio internazionale, rendono la vita ancora più facile ai contrarian ed ai pessimisti di professione. I cambiamenti in atto sono importanti e le cause della crisi non possiedono necessariamente pesi relativi proporzionali a ciò che leggiamo sui giornali. A titolo di esempio, la crescita dell’economia italiana nel secondo trimestre è stata debole (+0,3% rispetto al primo trimestre 2011) ma nonostante la tenuta delle esportazioni (+1,1%) e la debole dinamica della spesa delle famiglie (+0,2%) è stata la drammatica riduzione delle scorte che “ … ha sottratto 0,8 punti percentuali alla dinamica del prodotto”, come viene rilevato a pag. 22 del Bollettino Economico pubblicato dalla Banca d’Italia lo scorso 14 ottobre. Neanche all’inizio della crisi finanziaria si era registrata una flessione così marcata di questa componente del PIL. Per recuperare razionalità e disporre di alcuni seri elementi oggettivi di valutazione dello stato dell’economia italiana, e non solo, consigliamo come non mai una lettura accurata dell’ultimo Bollettino Economico - che potete scaricare direttamente dal sito della Banca d’Italia cliccando qui – il quale reca il numero 66 che, alla faccia dei più pessimisti, nella smorfia napoletana è abbinato al successo :-).