Controlli interni - Internal Controls, Strategie e performance di banche e intermediari finanziari - Strategies and performance of bank and financial intermediaries
22, May 2018

La lunga strada per la riduzione dei crediti deteriorati

Il numero 1 /2018 del “Rapporto sulla stabilità finanziaria” pubblicato dalla Banca d’Italia (che potete scaricare direttamente cliccando qui) riporta, tra l’altro, alcune indicazioni interessanti relative alla gestione dei crediti deteriorati delle banche italiane.

La prima concerne la riduzione dei crediti deteriorati programmata nel triennio 2018-2020: per le banche significative, che alla fine del 2017 avevano in pancia 212 miliardi di crediti deteriorati lordi (98 miliardi netti) la riduzione attesa nel triennio è pari al 38%, corrispondenti a circa 80 miliardi lordi (37 miliardi netti). Considerando che nel corso del 2017 “le cessioni hanno favorito un calo significativo delle consistenze dei crediti deteriorati, sia al lordo sia al netto delle svalutazioni (rispettivamente di 40 e 16 miliardi) e una riduzione della loro incidenza sul totale dei prestiti (al 14,5 e al 7,5 per cento)”, gli obiettivi del prossimo triennio appaiono realistici ma non particolarmente ambiziosi: la riduzione dell’incidenza dei crediti deteriorati sul totale degli impieghi totali (comprensivi, cioè, degli stessi deteriorati) scenderà, a parità di volume di impieghi, al 9,5% al lordo ed al 4,6% al netto delle svalutazioni.

Sotto il profilo operativo, il Rapporto segnala tre iniziative utili al recupero dei crediti deteriorati garantiti da immobili.

La prima concerne l’aggiornamento delle disposizioni di vigilanza in materia di investimenti in immobili, poste in consultazione dalla Banca d’Italia lo scorso marzo, che potete scaricare in bozza direttamente dal sito della Banca d’Italia cliccando qui. “Le nuove misure da un lato confermano il limite al valore degli immobili che le banche possono detenere, per evitare i rischi di un eccessivo immobilizzo dell’attivo; dall’altro eliminano o modificano regole (ad es. requisiti di capitale aggiuntivi e l’imposizione di un pronto smobilizzo) che potrebbero disincentivare il recupero dei crediti attraverso l’acquisizione dei beni immobili ricevuti in garanzia o accelerare la dismissione degli immobili acquisiti, con effetti indesiderati sull’entità del recupero stesso.”

La seconda riguarda l’avvio del “Registro elettronico delle procedure di espropriazione forzata immobiliari, delle procedure di insolvenza e degli strumenti di gestione della crisi” realizzato dal Ministero della Giustizia con la collaborazione dell’Associazione Bancaria Italiana​, un portale web che funziona come un vero e proprio motore di ricerca che, in base ai criteri inseriti (ad esempio codice fiscale, nome del debitore e/o del creditore, ufficio giudiziario competente, tipologia di procedura), permette di visualizzare dati aggiornati in tempo reale per una migliore gestione dei crediti deteriorati. Il sistema sarà consultabile anche dalla Banca d’Italia che utilizzerà le informazioni in esso contenute nello svolgimento delle proprie funzioni di vigilanza. Il Registro sarà composto da due sezioni, una ad accesso pubblico e una ad accesso limitato, e permetterà di consultare oltre 500 mila procedimenti. La disponibilità di ulteriori informazioni sulle procedure di liquidazione dei beni sottoposti ad esecuzione agevolerà la valorizzazione e la circolazione dei crediti deteriorati.​​​ In particolare, “il registro permetterà alle banche di reperire in tempo reale informazioni sullo stato di avanzamento delle procedure: in tal modo gli intermediari disporranno di un ulteriore strumento per decidere se gestire in proprio l’attività di recupero dei crediti deteriorati, trasferirla (in tutto o in parte) a società terze, oppure cedere queste posizioni sul mercato. In caso di esternalizzazione del recupero dei crediti, il registro delle procedure consentirà alle banche di controllare l’attività delle società interessate (servicers), verificandone l’efficacia. Accrescendo la trasparenza sulle procedure giudiziali, tale strumento potrà inoltre attrarre nuovi operatori del comparto del recupero crediti e stimolare lo sviluppo del relativo mercato secondario.”

Per ultimo, “lo scorso febbraio è entrato in vigore l’obbligo di pubblicare gli avvisi di vendita all’asta degli immobili sul Portale delle vendite pubbliche, che rappresenta un importante avanzamento nel processo di digitalizzazione delle aste giudiziarie. Il portale, gestito dal Ministero della Giustizia, permette di reperire su un unico sito i documenti relativi agli immobili e le informazioni sulle procedure da seguire per partecipare all’incanto. Ciò faciliterà l’accesso alle aste e amplierà la platea dei possibili acquirenti.”. Come noto, il link al Portale è https://pvp.giustizia.it/pvp/it/homepage.page.

Questi tre provvedimenti determineranno una evoluzione delle modalità di analisi e di gestione del rischio di credito da parte delle banche italiane? Quali modifiche organizzative ed operative debbono essere conseguentemente adottate dagli intermediari bancari e finanziari? Quali nuove opportunità di sviluppo dei ricavi delle banche essi dischiudono?