Tecnologia e cultura digitale - Technology and digital culture
11, May 2018

Fintech stress & penetration test

Lo sviluppo e la crescita delle Fintech è oggetto di interventi professionali sempre più decisi da parte di banche, consulenti e supervisori. Paradigma ha recentemente organizzato uno dei primi eventi privati di formazione dedicato alle Fintech, nel corso quale ho avuto il privilegio di svolgere l’intervento introduttivo. Sono emersi taluni temi e spunti di riflessione ai quali dedicheremo ulteriori riflessioni nel corso dei prossimi giorni.

Il Direttore Generale della Banca d’Italia e Presidente dell’IVASS, dott. Salvatore Rossi, ha dedicato al tema delle Fintech alcune importanti considerazioni alle quali potete accedere, direttamente dal sito della Banca d’Italia, cliccando qui. Dall’intervento del dott. Rossi traspaiono, senza neanche troppe velature, le preoccupazioni che i supervisori hanno circa le possibili contaminazioni che le Fintech potrebbero apportare al mondo bancario ed assicurativo. Sono preoccupazioni in parte condivisibili, che assumono però una coloritura diversa se vengono lette con gli occhiali della cultura digitale e con la passione per lo sviluppo dei processi di gestione della conoscenza che è fondamento di tale cultura.

Vi sono tre temi, fra i tanti trattati dal dott. Rossi, che sollecitano riflessioni.

Il primo trae spunto dalla seguente osservazione: “L’assunto è che un algoritmo, se ben disegnato, sia molto più efficiente di qualunque impiegato bancario in carne e ossa nel decidere sul merito di credito di chiunque: specie se questo chiunque è una famiglia che chiede un mutuo o una piccola impresa che chiede un prestito; cioè, soggetti che non hanno bilanci ben strutturati da valutare con ragionevole certezza.” I modelli interni delle banche sono già dotati di molti algoritmi, ma sarebbe bene dedicare riflessioni accurate circa l’interazione fra le capacità di valutazione che un impiegato bancario può svolgere e le risultanze prodotte da un qualsiasi algoritmo. È in questo nesso logico, dinamico per sua natura, che si gioca non solo il futuro del sistema bancario ma anche quello di qualsiasi Fintech. Probabilmente l’intelligenza artificiale andrà continuamente interpretata e corretta …

In secondo luogo, è opportuno ricordare che le banche possiedono già tutti gli strumenti tecnologici e parte competenze necessarie per promuovere, da sole o in forma consortile, lo sviluppo di nuove Fintech. Ma come evidenziato dal dott. Rossi: “Gli operatori finanziari tradizionali – banche commerciali, compagnie di assicurazione – hanno talvolta faticato a capire la necessità stringente di adeguarsi in fretta ai tumultuosi sviluppi della tecnologia; è capitato loro di accumulare ritardi nei confronti degli stessi clienti. Non gliene facciamo una colpa grave, non è facile chiudere sportelli o agenzie e licenziare lavoratori su cui si è investito per decenni solo per inseguire quelle che potrebbero sembrare mode passeggere.” Certamente la Grande Crisi Finanziaria ha determinato una compressione delle risorse finanziarie destinate all’innovazione tecnologica e la cessione di importanti asset tecnologici a terzi. Ma i ritardi del nostro sistema bancario hanno origini lontane: vent'anni fa era forse ben più facile aprire sportelli che avviare banche elettroniche, distribuire carte di plastica anziché fare innovazione nell’e-payment ed offrire servizi di collocamento allo sportello anziché incentivare lo sviluppo di piattaforme di negoziazione elettroniche.

Infine rimane aperto il tema relativo a quali regole disegnare per il mondo delle Fintech, tema che può determinare (soprattutto con il parallelo avvento della Brexit) effetti di rilievo sul livello di innovazione finanziaria della Vecchia Europa. È un tema fondamentale, sul quale suggeriamo di intervenire con grande capacità innovativa. Questo, sotto il profilo sostanziale, può significare almeno due cose:

i) considerare che il quadro attuale di norme dovrebbe servire, se opportunamente implementato, a rafforzare una Fintech, e non ad indebolirla. Ad esempio gli standard posti dal SSM per l’autorizzazione di banche Fintech potrebbero essere utilmente impiegati per richiedere l’adozione generalizzata di presidi di governance e di mitigazione dei rischi che, di per sé, aiutano la sopravvivenza di una qualsiasi Fintech. Non si tratta di compliance;

ii) non sarebbe inutile richiedere alle Fintech quali sono le valutazioni che esse fanno del quadro normativo di riferimento nel quale operano. Non è detto che abbiano tempo e voglia per farlo, ma sarebbe un esercizio stimolante e, probabilmente, utile anche per i nostri supervisori. Sarebbe, al contempo, sia uno "stress test" che un "penetration test" dai quali potrebbero discendere risultati davvero molto interessanti ed inaspettati.