Strategie e performance di banche e intermediari finanziari - Strategies and performance of bank and financial intermediaries
03, Jun 2018

7 direzioni di lavoro

Nella parte conclusiva delle Considerazioni Finali del Governatore della Banca d’Italia vi sono alcuni passaggi che meritano una particolare attenzione perché toccano temi interessanti ed utili per lo sviluppo del Paese. Proviamo a riassumerli (tutti i grassetti sono nostri):

  1. relativamente ai rischi ed alle opportunità globali, si evidenzia che “Opportunità derivano anche in larga misura dalla tecnologia e dal suo stimolare e combinarsi con lo spirito imprenditoriale; per coglierle servono politiche pubbliche appropriate, che sappiano anche proteggere dai rischi.” Il ruolo del settore pubblico, pertanto, non è legato solamente ad un supporto infrastrutturale, ma anche allo sviluppo delle dotazioni di sicurezza che tali infrastrutture debbono possedere;
  2. con riferimento alla definizione di una politica economica nazionale, viene affermato che “L’obiettivo finale della politica economica non può che essere quello di accrescere il reddito e il benessere di tutti: un’economia che s’impoverisce è più diseguale e infelice. Per conseguirlo va innalzato il potenziale di crescita, quindi la produttività del sistema. Se il settore pubblico si limitasse a fare nuovi debiti senza operare per orientare in favore dello sviluppo la composizione del suo bilancio e le norme e i modi di funzionamento dell’economia le conseguenze sarebbero gravi.”. Mai come in questa peculiare fase congiunturale la consapevolezza, la lungimiranza e la raffinatezza dell’intervento pubblico e, più in generale, della politica economica, sono indispensabili;
  3. per quanto concerne la indispensabile riduzione del debito pubblico, si osserva che Non sono le regole europee il nostro vincolo, è la logica economica. A essa è strettamente connesso l’obbligo, che tutti abbiamo, di non compromettere il futuro delle prossime generazioni: accrescere il debito vuol dire accollare loro quello che oggi non si vuole pagare.”;
  4. riguardo al metodo tramite il quale la finanza pubblica può operare a favore dello sviluppo del Paese, viene affermato che “Si possono gradualmente orientare le risorse verso gli usi più produttivi, aumentando gli investimenti pubblici e operando per la realizzazione di infrastrutture adeguate. I mezzi necessari vanno trovati con equilibrio e pazienza, tagliando le spese inutili e riconsiderando, semplificandola, la struttura complessiva dell’imposizione, senza pregiudizi nei confronti dell’aumento delle imposte meno distorsive.” Le risorse, pertanto, ci sono, possono essere individuate e debbono essere impiegate con precisione chirurgica a favore dei settori e delle aree di attività più promettenti per il Paese;
  5. con riferimento al ruolo dell’Italia in Europa, viene affermato che “Il destino dell’Italia è quello dell’Europa. Siamo parte di una grande area economica profondamente integrata, il cui sviluppo determina il nostro e allo stesso tempo ne dipende. È importante che la voce dell’Italia sia autorevole nei contesti dove si deciderà il futuro dell’Unione europea. Tutti i paesi che ne fanno parte devono contribuire al suo progresso. Nei prossimi mesi saranno affrontate questioni di grande rilievo: la governance dell’Unione, il suo bilancio pluriennale, la revisione della regolamentazione finanziaria.”. Partecipare allo sviluppo del quadro regolamentare europeo richiede un impegno assiduo e la messa a frutto delle migliori competenze disponibili nel Paese. Talune recenti esperienze hanno ben evidenziato quanto la carenza di un contributo dell’Italia alla elaborazione delle norme abbia contribuito a coinvolgere il risparmio nazionale;
  6. sempre in tema di metodo di governo, viene osservato che “Se è auspicabile che siano definiti con chiarezza e lungimiranza gli obiettivi e i progetti delle diverse forze politiche, non sarebbe saggio ignorare le compatibilità finanziarie. E non per rigidità a livello europeo o minacce speculative, ma perché le nostre azioni, i nostri programmi forniscono i segnali che orientano l’allocazione delle risorse a livello nazionale e globale.” La capacità di elaborare programmi vincenti per il Paese e di saperli comunicare adeguatamente ai mercati può facilitare enormemente lo sviluppo economico del Paese;
  7. “Perseverando tutti nello sforzo indispensabile di ammodernamento, potremo contribuire all’affermazione dei valori fondamentali del progetto europeo, tornare a uno sviluppo sostenuto, garantire il benessere e la pace delle generazioni future.” Innovazione ed ammodernamento dovrebbero essere i due driver da seguire per supportare concretamente il superamento delle molte situazioni di tensione e di crisi che, purtroppo, ancora interessano vaste zone del Paese e moltissime imprese.