Strategie e performance di banche e intermediari finanziari - Strategies and performance of bank and financial intermediaries
23, May 2020

Nuove opportunità per le banche?

Se ad un treno in corsa viene richiesto di fermarsi, la frenata richiede tempo. Se al capotreno viene inoltre richiesto non solo di fermare il treno, ma anche di ritornare indietro di una decina di stazioni, di tempo ce ne vuole molto di più.

È quello che sta succedendo al sistema bancario europeo. Dal 2008 in avanti sono state adottate misure molto decise, e a volte dolorose, per indurre mutamenti nella governance, nella gestione e nei bilanci. Importato Covid come intangible dalla Cina, viene ora richiesto alle banche di continuare a far credito, anche se esso probabilmente determinerà l’emersione di perdite, a fronte della promessa di una significativa attenuazione di molti obblighi regolamentari. Oltre al grave stupore indotto nella mente di molti banchieri - che,teniamo ben presente, solo raramente sono dotati di significative capacità di leadership e di un coraggio alla Giannini (Amadeo, non Giancarlo) - l’aspettativa di “atti d’amore” da parte delle banche appare incauto ed antistorico per una molteplicità di motivi, non ultimo il rilevante mutamento subìto dal ruolo che il sistema bancario svolge, nelle nostre economie e società, post Grande Crisi Finanziaria. Gli Stati e le Vigilanze non possono quindi attendersi che le banche concedano oggi credito a vista, gratis et amore Dei. L’insieme dei provvedimenti assunti dal Comitato di Basilea, da EBA, da BCE ed in via di assunzione da parte della Commissione Europea (trovate qui il parere di BCE su questi ultimi) rappresentano certamente una facilitazione per lo sviluppo di nuove strategie da parte delle banche, ma non convincono ancora, e giustamente, gli investitori più accorti.

Che fare, come risolvere questo problema scottante, come direbbe Lenin? La sensazione è che questa crisi venga affrontata dai principali attori in presenza di molti bias cognitivi consolidatisi nel corso, ed a seguito, della Grande Crisi Finanziaria. Kahneman (e Tversky, se fosse ancora tra noi) avrebbero avuto molto da riflettere, e da insegnare, a noi ed alle Vigilanze. Sarebbe invece necessario affrontare questa crisi capovolgendo i canoni di interpretazione dei problemi ai quali stiamo andando incontro, e questo con una visione che, pur rispettando le (indispensabili) conquiste della Vigilanza conseguite in questi dieci anni, permetta di rispondere in modo nuovo a domande nuove.

Quali possono essere i ruoli che una banca può assumere in un’economia spazzata dalla pandemia, dai lockdown e dallo smartworking? Quali nuovi rapporti possono essere istituiti tra banche e Stati e tra banche ed investitori istituzionali? Quali rischi ed opportunità emergono in questo nuovo contesto? Come gestire in modo innovativo dati, informazioni e relazioni già presenti nelle banche? Quali nuove ed impensate alleanze strategiche possono essere avviate dal settore finanziario? Quali nuove abilità e competenze dovrebbero essere rapidamente acquisite da coloro che lavorano all’interno di una banca? Per quali vie possono essere riconfigurati i prodotti ed i servizi offerti da banche e da intermediari finanziari? Tramite quali strategie ed operazioni le banche possono continuare a guadagnare?

Finché la paura per il Covid-19 si assocerà a quella degli UTP e dei NPL, mascherine di protezione e garanzie statali non attenueranno di molto le perdite. Perché, invece, non provare ad esplorare le rilevanti opportunità di business che questa crisi offre al settore finanziario, dopo un decennio di purgatorio trascorso tra lacrime e sangue?